Fu consacrata il 24 novembre 1889 dall’arcivescovo Federico Foschi. Era l’anno 1889 quando la chiesa fu benedetta solennemente da Mons. Foschi. L’avvenimento lo riportiamo così com’è narrato dal giornale del tempo “Il Paese”, uscito in data 30 novembre 1889:
«A S. Andrea di Bagnaia la domenica 24 corrente fu per quel buon popolo una bella e veramentelieta giornata per l’apertura della nuova chiesa parrocchiale. Alle 8 antimeridiane giunse Mons. Arcivescovo accolto fuori dal Castello dal parroco locale con altri sacerdoti e dal concerto musicale di S. Martino in Colle, che gli andò incontro per rendergli onore e lo accompagnò alla casa del parroco. Sua Eccellenza fece la solenne benedizione di rito, e la funzione riuscì decorosissima per la presenza di molti sacerdoti e di chierici e di assai numeroso popolo. Terminata la benedizione Monsignore celebrò la S. Messa, quindi amministrò il sacramento della Cresima a circa 70 fra fanciulli e fanciulle ed assistette alla Messa cantata con musiche eseguite dai cantori della Cappella della Metropolitana di Perugia. In Missarum Solemnia fece un breve ma opportunissimo discorso il Lett. Min. Oss. Padre Innocenzo Zoboli, il quale nelle ore pomeridiane fece l’erezione delle Stazioni della Via Crucis, ed in ultimo Mons. Arcivescovo intonò il Te Deum ed impartì la benedizione col Venerabile. Meritano veramente elogio il parroco ed i parrocchiani per la premura, energia, ed accorgimento con cui hanno incominciata e portata a termine si bell’opera e si deve sincera riconoscenza ai proprietari principali della parrocchia e dei dintorni che vi hanno concorso con le loro contribuzioni.
E’ inutile poi dire che quanto su questa festa hanno riferito “L’Unione Liberale” di Perugia ed il “Messaggero” di Roma è per lo meno esagerato in parte, in parte falso di pianta. Falso che al pranzo si facessero brindisi al Papa-Re, non furono fatti brindisi a nessuno. Falso che il parroco di Bagnaia è Don Domenico Beribattioli. Falso che il concerto musicale accompagnasse Mons. Arcivescovo, nel partire, all’inno garibaldino.»
Quando la chiesa fu benedetta, gli altari laterali non erano stati ancora terminati; si poterono ammirate, nelle belle terracotte della fabbrica Biscarini-Angeletti, solo nel 1892. Fu allora che, sopra l’altare dedicato a Gesù Crocifisso, venne aperta una nicchia rettangolare in cui venne collocato il bellissimo simulacro, e decorata con una pittura raffigurante la Madonna Addolorata, S. Giovanni Evangelista e una veduta di Gerusalemme, opera del pittore S. Galimberti[1]. Fu pure dotata di una bella cornice dorata, che sosteneva un vetro di copertura. Una tenda rossa, sormontata da una croce, serviva a coprire il Crocifisso, quando non era esposto ai fedeli.
[1] S. Galimberti era il nipote del Nunzio Apostolico di Vienna, Mons. Luigi Galimberti, era stato allievo del pittore Annibale Brugnoli.